Prof. Gerardo Centemeri Dal
Meneghino all’Italiano (1920) |
Vocabolario Meneghino - Italiano - A - B acqua di piatt: rigovérnatura; lo sguattero buttò nell'acquaio la - acquasantin: 1. pila; ho visto le pile di S. Pietro a Roma 2. piléttina; t'ho messo da capo del letto una - ala (del capell): tesa; ho comperato un cappello a larga - alsàda: trionfo; in mezzo alla tavola c'era un - carico di dolci alsapè: saliscéndi; il bricconcello alzò il aprì, e spulezzò via come una lepre. alsèta: téssitura altrèr (l'-): ieri l'altro ambaa: socchiuso; dalla finestra, socchiusa entrava una brezzolina piacevole amulitt: le ampolle; nelle - non c'è più olio nè aceto andà adree a: 1. continuare a, badare a; Don Abbondio badava a dire: “ via, indietro, ritiratevi; ma! ma!” 2.rasentare; la rondinella rasentava la via. andà de suravia: cfr. suravia fa andà: cfr. fa andà föra: 1) uscire 2) vérsare; ve' ve', codesta pentola vèrsa andà giò la vus: divénir fioco; a forza di vociare son diventato - andeghee: parruccone, codino aneda: anatra anèi: 1.anelli 2. campanélle; mia madre sta attaccando le - alle tende anesitt: anaci in camicia ansi: 1) anzi; verrò domani da te, - oggi stesso 2) in risposta a chi dice grazie: prégo, si figuri anta: 1. batténte; due grand' avoltoi erano inchiodati, ciascuno sur un - del portone 2. banda; quell'uscio ha quattro bande; quando è ora di chiudere la bottega metti le bande 3. imposta; perché hai spalancato le imposte dell'armadio ? 4. lo scuro; socchiudi gli scuri, chè la luce mi dà noia antiport: 1. uscio (non: porta) 1 2. se è a vetri: usciale, vétrata; chi ha rotto i cristalli del a vetrata del corridoio? 3. se è a vetri colorati: vetriéra apis: la matita, il lapis; dammi un lapis turchino arént: accanto,- rasénte; Tutt'e due camminavan rasente al muro tirà arent: 1. raggruzzolare, raggranellare; perché scialacqui quel denaro che i tuoi hanno raggruzzolato con fatica ? 2) accostare; ehi, Tonio! accostate l'uscio, e salite pure, che vengo argin: 1. argine; il fiume ha rotto l’- 2. àrgano; a fargli capire una cosa mi ci vogliono gli argani armandola: mandorla armandulin: mandolino armuar: armadio a spécchio articiocch: carciofo asèta: (s dolce: cfr. viso) cappio; fammi il - al nastro delle scarpe asa: (s dura: cfr. saluto) un'asse, s.f.; (al plurale: asse) fatto un fascio d'asse spezzate e di schegge, se lo mise in ispalla asa del lard: taglière il cuoco sta tagliando la carne sul - asa de lavà i pagn: stropicciatoio asa di piatt: rastrelliéra; lo sguattero ha rigovernato i piatti e li ha messi a sgrondare sulla - asada: assito; si piantò un nuovo lazzaretto tutto di capanne, cinto da un semplice- ascia: matassa ; questa - di cotone è troppo arruffata - truagh l’ascia: trovare il bandolo. Lasciamo fare a Quello lassù. Non volete che sappia trovar Lui il - d'aiutarci? asee (mett in l' - ): acconciare; - peperoni, fagiolini asèta: 1. di metallo: gangherélla; si aggangliera un vestito infilando nelle gangherelle i gangheretti (rampìn) 2. di cotone, di seta ecc.: magliétta asètt: (s dura: cfr. saluto) un'assicélla, s.f. asnada: asinéria, asinitá; le tue asinità sonfamose ass: 1. cfr. asa 2. nome d'un segno nelle carte da gioco: asso; L’ - di picche (non: l'asse)
atrà (da -): dare ascolto, dar retta; sentite, figliuoli; date retta a me
aucatà: far il saccénte, il saccéntone NOTA: 1.Porta, uscio. La porta è l'uscio di strada; l'uscio è quasi sempre interno. Il Lambruschini racconta che dicend'egli a un contadino di Figline, " chiudete la porta ", e intendendo dell'uscio della stanza dov'erano, il buon uomo o usciva di stanza per chiudere la porta di casa. Ma uscio dicesi talvolta anche quello di strada, quando però non sia molto grande. Non dirai quindi l'uscio della chiesa, del palazzo, ma la porta. Così a un dipresso il Tommaseo. Conclusione: si può usare uscio invece di porta, parlando della porta della casa; ma non si può chiamare porta un uscio che è nell'interno della casa; il che invece accade nel dialetto nostro. Ecco alcuni esempi del Manzoni: Davanti alla porta spalancata della chiesa, (l'innominato) si levò il cappello - giunto alla porta di casa don Abbondio mise in fretta nella toppa là chiave. Giunti sul pianerottolo, i due fratelli s'avvicinarono all'uscio (non: porta) della stanza. Scendeva dalla soglia d'uno di quegli usci (uscio sta per porta), e veniva verso il convoglio, una donna. |
Bacheta: 1. bacchétta 2. giannétta, mazzétta; Luigi, quando esce di casa, ha sempre con sè la - 3. grétola; il canarino ha messo il suo capino tra le gretole della gabbia bachetin: fuscèllo; portami una manata di fuscelli, per avviare il foco bacüch (vecc): vecchio cucco badaluch (a -): a iosa, a bizzéffe; a primavera fiori a bizzeffe, e, a suo tempo, noci a bizzeffe bagiana: 1. fava; fave fresche, secche 2. cfr. bamburin bagnà el nas: cfr. nas bagna, bagnina: intinto; oste, portatemi uno stufatino con di molto - bagula: frottola, fandonia, fanfaluca; No, no; non più fandonie. Parli chiaro e subito bagulùn: fandonione, frottolone; caro fandonione, tu spacci di gran fandonie bài (de -): per burla, per celia; non piangere; il babbo ha fatto la voce grossa così per celia bai, baira: badile bala: 1. palla; questadi gomma balza di molto 2. bomba, boccia; Senti che bomba! apri la finestra; bum! che boccia! Balansa: bilancia Balaüstra: balaustrata; la - dell'altare è di marmo venato |
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